
I due autori dello studio pubblicato su A&A, Marco Padovani (a sinistra) e Daniele Galli (a destra). Crediti: Inaf
Un articolo pubblicato lo scorso novembre su Astronomy & Astrophysics ha per protagonisti tre strumenti che – dal più vecchio al più giovane – coprono un arco temporale di almeno mezzo secolo. Uno strumento del passato, sebbene ancora in piena forma. Uno del presente. E uno del futuro, ancora in fase di costruzione.
Partiamo da quest’ultimo, Ska, lo Square Kilometre Array: in fase di realizzazione fra Sud Africa e Australia, già da tempo sta catalizzando l’interesse degli scienziati, che vogliono farsi trovare all’appuntamento del taglio del nastro – o più propriamente della prima luce, trattandosi di un telescopio – con le idee ben chiare su come sfruttarlo al meglio, senza perdere tempo prezioso. Ed è proprio questo lo scopo dello studio uscito su A&A: in particolare, gli autori hanno provato a valutare le potenzialità di Ska come strumento per la rilevazione dell’emissione di sincrotrone nelle nubi molecolari – incubatrici cosmiche nelle quali si formano le stelle.